La cicatrice, esito di guarigione ma spesso causa di aderenze
Chi non ha almeno una cicatrice sul proprio corpo? La maggior parte delle cicatrici sono piccole, superficiali e non inficiano il funzionamento dei tessuti circostanti. Ma non è sempre così.
In caso di una lesione, si attiva il fenomeno di riparazione e ricostruzione dei tessuti. Inizia così l’aggregazione di collagene e fibre connettive al fine di realizzare una riparazione il più simile possibile al tessuto originale. Nonostante l’efficienza di questo sistema, la cicatrice che si crea non sarà mai perfetta come il tessuto originale e lascerà il segno molto più in profondità di quanto si possa vedere a occhio nudo.
I problemi causati dalle cicatrici
Le piccole cicatrici che ognuno di noi ha sul corpo, in genere non portano grandi conseguenze. A causare spesso problemi sono le cicatrici, grandi ma anche piccole, conseguenti a lesioni profonde e soprattutto conseguenti a intervento chirurgico. Queste cicatrici possono creare aderenze nei tessuti, sia immediatamente circostanti che nei tessuti più in profondità, e quindi portare nel lungo termine ad irritazioni e fissazioni. Gli strati di tessuto attorno alla cicatrice si incollano e non riescono più a scorrere l’uno sull’altro. Con questa difficoltà nel muoversi i tessuti, gli organi e le articolazioni avranno difficoltà a fare il loro lavoro. Ecco che una semplice cicatrice può disturbare o alterare la meccanica articolare o viscerale.
A volte l’irritazione non porta a sintomi significativi nell’immediato. Questo induce a trascurare i piccoli segnali di alterazione e ritardare l’intervento di cura. Si può immaginare una cicatrice come un nodo su una maglietta. I tessuti superficiali circostanti saranno inevitabilmente tirati verso il nodo e i tessuti sottostanti saranno costretti dal nodo, aderenti, e non potranno scorrere liberamente l’uno sull’altro.
Se la cicatrice si trova sull’addome (basti pensare ai numerosi casi di appendicectomia o al taglio cesareo), la tensione dei tessuti interesserà anche l’organo che è più vicino creando possibili irritazioni, fissazioni, diminuzione della mobilità dell’organo con conseguente difficoltà a svolgere le sue funzioni. Il trattamento della cicatrice insieme alle tecniche di osteopatia viscerale possono essere di aiuto. Prendendo l’esempio di una cicatrice conseguente ad appendicectomia, a distanza di tempo possono comparire dolori addominali o dolori lombari, instabilità pelvica, instabilità vertebrale e problemi posturali oppure anche irregolarità intestinale.
Cosa può fare l’osteopata?
La mobilizzazione e la manipolazione precoce delle cicatrici può prevenire l’instaurarsi di fissazioni e aderenze con la conseguente prevenzione da tutti quei disturbi somatici e posturali che ne derivano nel breve e lungo termine.
L’osteopata si occupa di trattare la cicatrice a tutti i livelli, prima i tessuti superficiali e poi quelli profondi, mediante tecniche di stiramento e scollamento. L’obiettivo dell’osteopata non è certo quello di eliminare le aderenze, poiché solo un bisturi potrebbe farlo, ma di ridare loro una certa possibilità di elasticità e mobilità. In questo modo è possibile ripristinare la corretta funzionalità degli organi circostanti e ridurre l’impatto che l’aderenza potrebbe avere sull’organismo.
Un’importante studio ha dimostrato che il trattamento manipolativo osteopatico è efficace anche durante il periodo di guarigione della ferita. Il trattamento osteopatico agisce infatti sul tessuto connettivo contribuendo a diminuire lo stato di infiammazione dei tessuti e favorire una corretta circolazione sanguigna nella zona della ferita in via di guarigione.
Cosa si può fare a casa
Oltre ai trattamenti osteopatici, che sono sempre consigliati anche per fare una valutazione dello stato della cicatrice, è possibile fare a casa degli auto-massaggi. Queste piccole manipolazioni, sono indicate su qualsiasi cicatrice, vecchia o recente, facendo attenzione i primi giorni che la ferita sia completamente chiusa e cicatrizzata. Più la cicatrice è nuova, maggiori sono le probabilità di prevenire fissazioni o aderenze. Per le cicatrici vecchie, il lavoro è più complicato ma un professionista saprà indicare le giuste modalità di intervento.
Ma come si massaggia una cicatrice? Il nostro scopo sarà quello di stirare la pelle in tutte le direzioni e scollare gli strati di tessuto sotto la cicatrice. Non bisogna avere paura di “rompere la pelle” poiché i tessuti sono molto resistenti, però le manovre non devono provocare dolore, al più un leggero fastidio.
- Pizzicare e sollevare i tessuti: con pollice e indice di una o entrambe le mani, si può pizzicare la cicatrice e tirarla verso l’alto, come per staccarla dai tessuti sottostanti.
- Pizzicare e sfregare intessuti: sempre tenendo la cicatrice tra pollice e indice, si possono far scorrere le due dita sfregando i tessuti tra loro.
- Stirare i tessuti: mentre con una mano si mantiene sollevata la cicatrice (per esempio pizzicandola), si può stirare la pelle circostante con l’altra mano in tutte le direzioni.
- Stirare la cicatrice: mentre si mantiene ferma una parte della cicatrice (premendo con una due dita), si può pizzicare o tirare l’altro lembo o la porzione centrale della cicatrice stessa come per allungarla.
Con un buon trattamento precoce e soprattutto costante si può agire agire sul sistema vascolare ripristinando o comunque migliorando l’afflusso di sangue alla cicatrice che, talvolta, cambia colore dopo la manipolazione.
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